Quello che mi è concesso

da Marsiglia a Lisbona
verso Buenos Aires
poi Napoli e Tangeri
Algeri e Beirut
e Atene e ancora Istanbul
e la città di Argo

tra rivelazioni insperate
attese e smarrimenti
cadute e passioni

sta il mio viaggiare infinito
segreto di un mare complice
lungo le sponde scoperte

che la ragione rapisce
e il cuore prende
la follia

sui moli umidi della sera
tra le cime dei navigli
sotto i vulcani in fuoco

il presagio della lontananza
e del distacco
a un altrove ignoto

resistere col silenzio
da lontano nascosto
appartato tra l’ozio e un vino

in tasca porto Keats
e la storia di Nessuno
un taccuino e un orologio
ho solchi di utopie e visioni
di semina e raccolti

e tutto quanto resta
di versi asciugati
dal sudore antico salino

misteri, non tutto
mi è concesso
scrivere e capire

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