SALMO 1956

SALMO 1956

nelle ore delle notte
il sogno e gli dei
non mi danno tregua
La solitudine mi sia
concessa e non
l’abbandono
Chi nacque sul mare
è dell’inesprimibile
dell’attesa
di chi doveva venire
Il culto del passato
la maschera dell’oggi
il tempo spaesato
il porto che non conosco
scrivo anche quando
fisicamente non scrivo
leggo
anche quando non leggo
Vivo nelle tristezze future
nelle parole necessarie
mi lascio all’ignoto
all’onda che trascina
alla sua corsa morta
Vivo in disparte
irrisolto
Al mattino la mente è informe
parlo col mare con gli scogli

scrivo sui muri
scalcinati dal sole
Al vino e ai pesci
racconto l’equivoco
di una vita in disparte
Innamorato
un’altra volta ancora