De Luca, l’isola, il rapporto intenso con il mare e il sentimento

Fonte principale d’ispirazione per il poeta resta sempre l’isola e soprattutto “i tempi perduti”, dove anche nelle Ponziane c’era più miseria ma c’erano valori ormai persi.

Intenso poi il rapporto con il mare, il Mediterraneo dove De Luca si sposta passando di porto in porto.

Per non morire

arrivare dal mare
non è un arrivo qualunque

in questa isola sperduta
nell’alto mare
tra le pareti spesse
più volte intonacate di bianco

la calce cotta dal sole
dal sale del libeccio e del mezzogiorno della terra
si gonfia e cade

il vento da sud
cambia di continuo

è difficile prendere sonno
dove ci si commuove

il rumore delle onde entra
agli infissi della porta

si sente tra gli arbusti
sopra i muri
sulla luce della candela

la luce del faro
dal bastione di basalto
nella notte si perde nel vuoto

la luce ogni nove secondi
entra nel cucinino
sulla dispensa

sulla pentola che cuoce lo scorfano rosso

sul pane posto al tavolo della eucaristia

i cani quieti sono sotto il letto

Come panni stesi al sole del mattino
merluzzi e musdee sardine e polipi
si asciugano al sole e al vento
così facciamo il giro del mondo

l’odore del Critmo e dell’aglio selvatico entra dalla finestra

niente proci niente infedeli
da questa parte di fineterra
che ci protegge

io e te soli
sotto la vecchia coperta di lana
davanti al mare
a proteggerci dal mondo

dalla lunga notte

Passano le Diomedee
ascoltiamo il loro canto nuziale
nel ritorno ai nidi

e noi che diciamo
le parole importanti
il silenzio che rimane

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