Solo e pensoso
nell’agreste solitudine
sto a raccogliere idee
a pensare e creare

sono i giorni d’aprile
il piacere di vivere
sulla terra che aro

che curo e godo
con la vanga e le mani
con la semina
e ogni pensiero

col sudore del corpo la guardo
col sangue delle viscere
le parlo
e sento tutto quanto non capisco

così nella sera che affoga
sono libero
dai pesanti dolori dell’ oggi
dagli affanni del tempo

Tra i tralci della vite
ci sta un altare
a lodare le Muse

lucente di marmo
con rose
dal colore dell’avorio

la notte sopra risplende la luna piena

passano le navi all’orizzonte
e sento le berte tornare

Nel tremolio dell’Orsa
gli uccelli annunciano l’arrivo del sole
si posano agili a danzare
agli occhi di Cipride

dal bosco vicino
molte voci
nel fruscio lieve
della brezza

Tutto mi è sacro

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