Tra i vicoli mediterranei dell’isola la Madonna del Carmelo

Sull’isola di Ponza, da tempo immemore, nella contrada Parata in via Sindaco De Luca, sopra Piazza Pisacane, c’è un’edicola, ovvero un’effige della Madonna del Carmelo posta all’interno di una nicchia.

Le edicole sono tempietti la cui origine risale all’antico Egitto, ma che si sono diffusi principalmente in epoca greco-romana. Piccole costruzioni caratterizzate da un’architettura essenziale, che riproduce in miniatura la struttura dei templi antichi.

Troviamo edicole sacre o larari già nel V sec. a.C., principalmente lungo le strade o i crocicchi dei vicoli, contenenti immagini e statuette dei Lari, cioè i numi che nella cultura classica proteggevano la casa e la famiglia, oppure degli dei. Attorno a questi larari nascono, nell’antica Roma, delle feste popolari a carattere sacro.

Con la cristianizzazione di Roma e del suo impero, a seguito della diffusione dello stesso Cristianesimo, questi tempietti vengono convertiti al culto cristiano, sostituendo perciò le effigi degli dei pagani con altre di Madonne, di Santi e di Cristi. Così si è perpetuata nel tempo fino ai nostri giorni la tradizione delle edicole e dei loro messaggi sacrali, lungo tutto il Mediterraneo e in ogni luogo appartenuto alla cultura greco-romana.

Permane la presenza delle edicole nei vari quartieri e lungo le strade, sia nelle campagne, sia per le strade del porto. Probabilmente qualcuna risiede dove prima era collocata una di età romana. Queste edicole continuano negli anni ad assolvere la loro funzione sacrale, oltre a costituire la testimonianza della manifesta devozione della gente che vi abita.

E’ così che la tradizione classica ha potuto sopravvivere, seppure in forma mutata, oltre che nei siti archeologici, anche sull’isola di Ponza, dove le varie dominazioni dei secoli scorsi, soprattutto quella inglese, come anche la presenza monastica, hanno distrutto quasi tutti i resti romani presenti un tempo sull’isola.

A Ponza lungo le banchine resistono la Madonna delle Grazie, che accoglie i passeggeri al molo e la Madonna della Civita, che si presenta maestosamente dinanzi alle barche dei pescatori. A quest’ultima è dedicata una delle festività religiose più rilevanti sull’isola, che, grazie soprattutto alle nuove generazioni della contrada degli Scotti (quartiere situato in alto, sopra il porto borbonico), assume tutt’oggi un carattere festivo tradizionale.

Nonostante il passare degli anni e delle generazioni, l’edicola della Madonna del Carmelo o del Carmine, situata in una nicchia dal semplice stile di un’architettura mediterranea che rimanda comunque ad uno stile greco, resiste grazie soprattutto agli abitanti della Parata, figlia di un’antica devozione mariana molto sentita, soprattutto fino agli anni 90, che risale al tredicesimo secolo. E’ così che ogni anno il sedici luglio si tengono, proprio di fronte all’edicola della Madonna del Carmelo, incontri devozionali, durante i quali il tempietto viene illuminato e addobbato con i fiori e la strada imbiancheggiata, mentre la sera la gente prega e intona Inni alla Madonna.

Molti anni fa c’erano anche modesti fuochi d’artificio, le donne preparavano pizze, dolci, bevande e dopo le preghiere si socializzava, raccontandosi storie di vita, futuri sogni e le preoccupazioni di una vita da isolani. Fino agli anni ‘80 partecipavano centinaia di persone da ogni parte dell’isola, soprattutto ragazzi, come testimoniano le fotografie e i racconti della gente.

Antonietta Guarino e il marito Salvatore Rispoli da sempre hanno vissuto alla Parata e sono stati gli organizzatori fedeli della festività; oggi il figlio di Antonietta e Salvatore, Biagio, porta avanti con estrema passione questa tradizione. Ciò gli conferisce l’importanza storica di mantenere e tramandare questa manifestazione popolare di sacralità secolare.

Persino i ponzesi emigrati in America, una volta abitanti alla Parata, seguono attraverso i media questo giorno dedicato alla Madonna del Carmelo, così importante per la loro storia.

La vita nei piccoli luoghi della storia, dove l’uomo è ancora legato a una società generatrice, si manifesta con questo tipo di sacralità; così, alla Parata, ogni sedici luglio, l’uomo dell’isola di Ponza si concede al divino, a un divino che è insieme pagano e cristiano, poiché Ponza è innanzitutto un pezzo di Mediterraneo, una stratificazione identitaria, che dalle sue più antiche colonizzazioni vive mescolando e sedimentando varie culture, tradizioni e religiosità.

Il Mediterraneo, così Ponza, continua a vivere e a tramandare la propria identità, in prospettiva di un domani di esistenze migliori, in una società che cambia, muta e si evolve. E in questo processo, la religiosità, nelle sue diversità, mantiene un suo ruolo, un’importanza necessaria.

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