Itaca

Ero il partire e il restare
l’errante volere degli dèi
prendimi tra le tue braccia fedeli
fa di me il peso di un anima
dall’alba al tramonto e nelle notti tutte
giorno per giorno a venire
tienimi sul tuo ventre tra i lini e il fuoco
appartengo a un solo luogo
quel luogo sempre tuo
trascina le mie mani stanche
sulle tue labbra umide
sul tuo corpo purificatore irripetibile
sento ancora gli aromi del vento le onde
le invocazioni ai numi
gli dèi vendicatori Atena dagli occhi lucenti
l’isola rada assolata i muri sul mare
aspettiamo l’Aurora divina
nella casa vicino al mare e alle stelle
sento l’odore delle alghe e di salmastro
le grida degli uccelli marini
parlo con te col tuo volto
radice dell’anima che attende
il passo per l’eternità
attendere è sognare
qui riposa in attesa il cane Argo
non conosci un Ulisse senza ritorno
ti racconto le guerre il viaggio i presagi
la tua voce curi la sventura
le tue labbra pesanti e pure
scende il pianto della gioia e del dolore
sciolgono gli affanni del cuore
sulla voce dell’ignoto cantore
Atena copre di luce l’isola e il fato è compiuto.