Le pietre di Tangeri

Alla deriva
Guardami
guarda quello che non vedi
guardami molto fino all’inferno
con l’incoscienza delle vertigini
allora vedi ĺa casa che abito
la pietra vulcanica e il fuoco a vista
il legno marino che bisbiglia al tempo
le pietre dove i poeti lasciano l’ombra
senti i cavalloni nel sonno la notte
e la memoria del mare
le storie di rotte mancate
terre di nostalgie e rimpianti
la luce del rogo che infiamma
i chiodi della barca che naufraga
bevi il vino che ubriaca
senti il mare e i suoi uomini
le imprese
la voglia mia di stare
come il poeta cieco
così sei la sola
a conoscere il mio nome
a sentire la pietra che sollevai
la pietra che mi trascina

Esilio
per l’altrove
lascio
un’esilio
questo tempo
Mediterraneo
una casa di stracquo
stanco di appartenere
guardo esistere
la vita sola
fedele alla rivolta

Hotel Continental, Tangeri
Non potevo non essere qua
davanti a questa spiaggia
mi duole
la casa che non ho
queste marine di pietre
mi guardano esistere
questa gente
questi miti
smarrimento dovuto
di una vita in rivolta
l’amore non finisce (Bowles)
siamo sempre qui
sopra questo mare
a incontrarci
a pensare cosa fare
in attesa
di nostalgie e rimpianti
Di Ulisse abbiamo
un mare di sirene
scoperta dopo scoperta
è sempre l’antico
la cosa più bella
la malinconia separa
ha radici nell’essenza
E voi
donne Omeriche
di questi lidi
siete voi le Iside
le donne che amo
negli occhi vostri
la ragione mia l’origine
Solo da voi avrei voluto avere un figlio
Tangeri
rifugio di memorie
esilio mediterraneo
dove la vita capita
ed è quello che voglio

Un baule pieno di pietre
A Tangeri
terra senza frontiere
estrema tra due mari
le vite sono al margine
La città mi accoglie
sogno da sveglio
parlo della vita
cosa ne faccio
vivo su per la kasbah
tra le pietre pagane
a cercare la memoria
a entrare nella terra
nel cuore delle parole
Sui davanzali delle finestre
si fermano gli uccelli migratori
i vetri sono rotte
nostalgie di passaggi
vedo palme e barche
cortili in fiore
sento la vita all’ombra
di una luce luminosa
una donna danza
timida e apollinea
rasenta il bianco delle case
avrei voluto baciarla
innamorarsi è un’arte
chi non può, finge.
i bambini sulle strade
stanno a piedi nudi
agiscono nella memoria
hanno il corpo di cielo
il paradiso sta sulla terra (Matisse)
il tempo
dell’innocenza
è la sacra natura
la mia terra il cielo e la casa
l’opera non finita
Nel viaggio
i muri e le strade
intuiscono il destino
un mucchio di pietre
come voglio le cose
uniche e assolute

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