La casa di tufo

Una casa di tufo
davanti all’aurora

le porte e le finestre
tra i muri scalcinati
sono un’astrazione

precipizio
sopra una spiaggia
sopra l’alto mare

sopra isole provvisorie
la provvisorietà delle cose

casa di vestali
pareti come letture

di chi ci è stato qui
chi ha vissuto ha pensato
ha gioito e ha pianto

ha guardato le stelle
ha conosciuto lo straniero
e ha visto lutti

ha navigato le navi di legno
le vele e le ancore
e ogni cima

l’odore delle stive
il catrame
e le precarie essenzialità

donne a capo coperto
con la faccia tra le mani
a voce bassa ebbero cura

la vita rimane e si attacca
ai muri come quadri
ombre inquiete tra le stanze

tutto mi assale ora pesante
roccia che mi trascina

tutto fu una vita reale
una vita marittima

e dà il tempo allo spazio
al cammino al ritorno

la casa sul foro marino
le cose navali
né ho fatto un tempio
all’antica Grecia

Stanze di tufo
al crepuscolo
dove la mia infanzia fu altro dall’oggi

un’ossessione generatrice
la luce dell’inverno
le basse maree d’aprile

le onde del mare

ogni ritorno
il vento nel canneto che sento
muovere le foglie

suono come canto
di sirena che ammalia
e poi divora

le voci le voci divorano
cadenzate all’essenza
alle ore lente delle stagioni

sopra il tavolo
i pochi datteri
e pesci sott’olio

il pane è raffermo
l’aglio i rossi pomodori
I fichi rinsecchiti

il vino acidulo

un dono di dio
si diceva

quale degli dei
mi chiedo ora
che il fato decise

solo la nostalgia mi è sacra
tra questi resti
di lontananze

sacro mi è l’ignoto

la solitudine
vado a cercare
alla ruggine dei chiodi nel tufo

a volte la invento
voglio essere solo

a volte
non mi deve lasciare

cerco parole
solo parole
poche devote
parole intime

segni primitivi
di caverna
di legni laceri di naufragi
cicatrici

gli anni di Troia la guerra
Calipso e Circe
Poseidone ed Atena

Penelope oh Penelope
sempre in attesa
e Telemaco il padre Laerte
il cane Argo

la vita ho mutato
in destino

per essere contro

contro la banalità
del pensiero

la riflessione accademica
il qualunquismo dell’amore

la mercificazione
della vita

del consenso
e della conoscenza

Il dire poetico
parlo poco
mi invento il di dentro

quale isola ancora
mi attende a naufragare

perché voglio di più

e a quando la fine! (Pessoa)

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