Vino di salmastro

È un magazzino di pensieri nel mezzo tirrenico
un serraglio di onde amniotiche
nascondiglio marino per rifugiati
il kolpos greco io che abito l’Assenza
nelle stagioni dei luoghi estremi
e traccio nonrotte tra miti di mari fenici.
Il tempo materio di una cocente controra
di contadini piegati sui solchi
di pescatori tra le foschie mediterranee
con voci e movenze di sacrifici rituali
la fatica del tempo
legumi in acqua su fuoco
inebriano le stanze
e il pescato tra mani cotte di sale
pesano nella mia coscienza di scegliere
la malinconia è la felicità marina
qui il viaggiatore pellegrino è spoglio
beve vino rosso di cantina sul mare
un’isola ci vuole se non altro
perché sempre si ritorna
e tutto si fa viaggio e mistero.