Stivaggio

Ascoltai già nel ventre di mia madre
nella casa aperta alle onde e al vento
quel mare d’inverno e la sua luce
e lo nascosi nelle barche
scolpite dal vecchio affinché sognassi
ho stivato negli anni tutto di me
nelle navi viaggiate tra isole e correnti
tra boccaporti e sapori di ruggine
remando e nuotando a braccia tra scogliere
ora la tristezza antica
di chi va per mare,
le mani callose dai remi consunti
si fa pensiero e mito